Fiori e foglie di acanto disposte attorno a una grande infiorescenza centrale compongono il “giardino segreto” del damasco, pregiato tessuto originario dell’omonima città siriana.

Damasco

 

LA STORIA

Nasce nel XII secolo e si diffonde in Italia grazie alle repubbliche marinare che avevano contatti con Damasco: Venezia e Genova. Nel corso dei secoli è stato utilizzato in più campi: dall’arredamento all’abbigliamento, fino ai paramenti liturgici. È un tipo di tessuto operato che si produce con un telaio. Il materiale più adatto è la seta anche se si possono utilizzare filati in cotone e fibre artificiali.
Tra il Cinque e il Seicento i decori in voga per questo tessuto erano quelli a fiorellini o a mazze, con volute barocche. Emblematici sono gli esempi di arredo nella Reggia di Versailles, alla corte di Luigi XV, e gli abiti di Madame de Pompadour.
Tessuto di estrema bellezza e preziosità ebbe il suo splendore tra il Settecento e i primi dell’Ottocento. In quegli anni i tessitori si cimentavano nei motivi più complessi, come quello neoclassico detto a grottesca.
Nel Novecento, con l’avvento di nuove fibre tessili meno ricche e più pratiche, il damascato subisce un lieve declino.
Arriviamo poi agli anni Novanta, fino ad oggi, dove il tessuto ritorna nelle collezioni di numerosi stilisti.

OUTFIT

Il tessuto damascato è da secoli sinonimo di eleganza e raffinatezza.
Inizialmente era relegato principalmente alla sola sfera dell’arredamento e dell’abbigliamento femminile. Oggi lo troviamo anche nel guardaroba degli uomini, seppur ancora di rado.
Ne ho voluto dimostrare la sua estrema versatilità cucendone una t-shirt e un vestito.
Realizzati in maglina damascata sono perfetti per essere indossati in autunno e in inverno.

Damasco

Damasco

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