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Il fedora? Si indossa così!

Le sue origini risalgono alla fine dell’Ottocento, quando in America, in una commedia teatrale intitolata “Fedora”, comparve il primo copricapo con questa forma. Si diffuse successivamente anche in Italia grazie alla produzione da parte dell’azienda piemontese Borsalino, dalla quale prese il nome. Nei paesi di origine anglosassone è conosciuto tutt’oggi come fedora, mentre in Italia come borsalino.
Diventa famoso soprattutto per essere stato usato abitualmente da personaggi celebri, quali Al Capone e Federico Fellini, ed entra a far parte della storia del cinema grazie a film come Indiana Jones e Blues Brothers.
Il cappello, talvolta associato ai gangster dell’era del proibizionismo e ai detective che cercavano di portarli di fronte alla giustizia, è presente solitamente abbinato ad un trench, come nel personaggio di Humphrey Bogart in Casablanca.Il fedora, realizzato in feltro, è da sempre sinonimo di eleganza, stile e sofisticatezza. Tradizionalmente nasce come copricapo serioso, adatto alle occasioni più formali, ma oggigiorno non vi sono più regole. Sebbene nasca come cappello invernale, lo si può indossare con disinvoltura anche nelle mezze stagioni, in quanto ci protegge dalle intemperie.
È un accessorio che fa la differenza: unisce l’utile al dilettevole, ci dà grinta, carattere, classe e soprattutto fa si che i nostri capelli siano sempre in ordine!
Ammetto di non averne mai indossato uno per timore non mi stesse bene, ma appena ho capito come poterlo abbinare mi sono ricreduto e ne ho acquistati ben 3! I modelli che più preferisco sono quelli di colore nero e tortora di Zara, tant’è che li sto indossando quasi tutti i giorni. Mi piace inserirli in look streetwear, insieme ad un paio di jeans strappati, un maglioncino in cotone e le mie irrinunciabili sneakers!

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Voi, invece, come abbinereste il fedora?
Fatemelo sapere nei commenti!

Da colore asessuato a stereotipo di femminilità: la storia del colore rosa e la sua odierna mascolina raffinatezza

L’attribuzione automatica dei colori al sesso è uno degli stereotipi più radicati e scontati legati alla differenza di genere.

Da colore asessuato…

Nel Diciottesimo secolo era perfettamente normale per un uomo indossare un abito di seta rosa con ricami floreali. I bambini e le bambine fino ai 6 anni, inoltre, erano vestiti con abiti lunghi di colore bianco senza sostanziali differenze tra maschi e femmine, se non per la posizione dei bottoni. La scelta del bianco era soprattutto di natura pratica: gli abiti e i pannolini di stoffa bianca erano infatti più semplici da lavare.
Il rosa e il blu, insieme ad altri colori pastello, furono introdotti nell’abbigliamento per bambini nella metà del Diciannovesimo secolo, ma non implicavano alcun significante di genere.
Nel 1918 una rivista specializzata in vestiti per bambini precisava, anzi, che la regola comunemente accettata era che il rosa fosse per i bambini, il blu per le bambine. Questo perché il rosa era associato a una tinta più forte e decisa, più vicina al rosso: colore forte e virile legato agli eroi e ai combattimenti. Mentre il blu, più delicato e grazioso, veniva associato al colore del velo con cui veniva rappresentata la Vergine Maria.
Tra gli anni Trenta e Quaranta le cose iniziarono però a cambiare: gli uomini cominciarono a vestire con colori sempre più scuri, associati al mondo degli affari, per distinguersi dalle tinte chiare percepite come più femminili e legate alla sfera domestica.
L’abbigliamento dei bambini iniziò a differenziarsi anche a causa della crescente diffusione delle teorie di Freud legate alla sessualità e alla distinzione di genere. Comunque, fino alla Seconda Guerra Mondiale, i colori continuarono a essere usati in modo intercambiabile.

… a stereotipo di femminilità

Negli anni Cinquanta, non si sa bene come, avvenne una precisa assegnazione dei colori. Il rosa divenne stereotipo di femminilità, onnipresente non solo nell’abbigliamento ma anche nei beni di consumo. Proprio in quegli anni fu introdotta nel mercato la bambola Barbie, che divenne icona del rosa per eccellenza.
Negli anni Sessanta e Settanta il rosa associato alla femminilità fu fortemente criticato dal movimento femminista, in quanto stabilivano distinzioni di genere. Le donne iniziarono ad adottare stili più neutri, privi di dettagli riconducibili al sesso.
Furono gli anni Ottanta a imporre definitivamente l’idea dei colori che marcatamente segnalavano il genere d’appartenenza. Scomparvero i vestiti unisex e si imposero definitivamente una serie di stereotipi legati all’infanzia e al mondo dei giocattoli. Ebbero così la meglio le strategie di marketing.

Il rosa odierno: simbolo di mascolina raffinatezza

Ebbene si, oggi il colore rosa ha contaminato il guardaroba maschile, seppur non ancora quello di tutti. Le tinte più gettonate sono senz’altro quelle delicate e raffinate: dal cipria, al rosa antico, fino a quello scuro. Sull’uomo queste nuace le trovo estremamente classiche ed eleganti, perfette per un look formale. Pantaloni cinzati, calze luccicanti e trench sono solo alcuni dei capi rosa che non ho resistito ad acquistare. Me ne sono innamorato al tal punto che credo resteranno i miei passe-partout tutto l’anno !

Eccoveli in alcune proposte outfit:

La prima proposta vuole rivolgere l’attenzione sul pantalone cinzato e lo spolverino, unici due capi colorati. Con il restante look total black il rosa viene dunque messo in risalto, non passando di certo inosservato.
Indosso una camicia in cotone Asos e un blazer Vestil. Anche i pataloni sono uno dei miei ultimi acquisti su Asos, mentre il capospalla è vintage.
Per completare il look ho scelto una delle sneakers più gettonate al momento: le Adidas Super Star. Amo mixare capi eleganti ad altri sportivi, per un outfit sporty-chic di super tendenza !

Capospalla: vintage
Blazer: Vestil
Pantaloni: Asos
Calze: Calzedonia “costumizzate” Be The One Fashionable
Sneakers: Adidas Super Star


Il secondo look vuole essere più anticonformista rispetto al primo. A renderlo particolare è senz’altro la “felpa” che indosso. È una delle mie ultime creazioni: con le maniche di color rosa cipria e il torso in eco daino grigio. La particolarità sta nel girocollo di borchie brunite, che aggiunge un tocco di alternatività. Adoro l’accostamento di colori rosa-grigio, che ho riproposto all’intero outfit. Pantaloni in lana, anch’essi grigi, sneakers e calze shimmering Cos.

Capospalla: vintage
MagliaBe The One Fashionable
Pantaloni: sartoriali
Calze: Cos
Sneakers: Adidas Super Star

Un look per celebrare gli anni ’80 e ’90

Parole chiave: capi dai colori sgargianti, stampe astratte e tanto denim !

Molti capi Anni Ottanta e Novanta sono ritornati in voga, basti pensare alla giacca in denim, piuttosto che alle maxi felpe colorate. Quest’ultime, comode e oversize, sono diventate un passe-partout nel guardaroba di ognuno di noi. Quelle vintage mantengono il loro fascino, e spesso sono a costo zero se le si ereditano dai fratelli come quella che indosso io.
I pantaloni, invece, li ho presi in un negozio carinissimo: Sin Control Vintage. Hanno una stampa a fumetti pazzesca, di cui mi sono innamorato appena gli ho visti.
Gli occhiali da sole, dalla montatura vintage, sono dell’ultima collezione Solaris. Una marca poco conosciuta, low cost ma di ottima qualità. Le lenti, infatti, garantiscono una protezione dai raggi UV.
Per completare il look ho scelto una cover Mango dai rimandi pop come i pantaloni: scomodissima, lo ammetto, ma si abbinava perfettamente, per cui non ho resistito ad indossarla !

Un look giocoso, capi tanto stravaganti e colorati da trasmettere buon umore a chiunque !

Dettagli da ufficiale per un look metropolitan chic

Indipendentemente dalla carica, i dettagli in stile ufficiale sono di super tendenza in questo periodo.

Dettagli da ufficiale per un look metropolitan chic

Traggono ispirazione dal mondo militare piuttosto che da quello nautico, con dettagli inconfondibili. Bottoni importanti, frange, spille e distintivo decorano spolverini piuttosto che blazer. I capispalla di partenza spesso hanno già origine in periodi di guerra, come il trench coat, letteralmente “cappotto da trincea”.
Le tinte base dei capi scelti rimandano perfettamente al mondo bellico: dal blu navy, al khaki, fino al color fango. Colori estremamente neutri, perfetti per un look formale. I dettagli, come bottoni e frange, rigorosamente dorati.
Quello che indosso mi è stato regalato. Era dismesso e con i complementi rovinati, alcune cuciture erano addirittura saltate. Ho deciso così di cambiare i bottoni e la fibbia, riportandolo a nuovo. Non soddisfatto l’ho poi “costumizzato” aggiungendo sulle patte delle spalle alcune borchie, anch’esse dorate come gli altri complementi. Ne ho ricavato così un capospalla nuovo, un po’ diversi da quelli che ho nell’armadio.
Sotto il trench indosso un blazer dai chiari rimandi nautici: in color blu navy, con bottoni e frange dorate. Ho completato il look con un pantalone cinzato, scarpe a coda di rondine e un paio di calze con un giro caviglia di borchie dorate, affinché riprendessero quelle presenti sul trench.

Dettagli da ufficiale per un look metropolitan chic Dettagli da ufficiale per un look metropolitan chic Dettagli da ufficiale per un look metropolitan chic

Una proposta formale ma non troppo, perfetta per quei contesti eleganti in cui ci si vuole vestire in modo alternativo.

Un ringraziamento speciale al fotografo Damiani Igor per queste splendide foto.

Un cimelio di guerra che fa tendenza: il bomber

Ebbene si, all’inizio stentavo a crederci anch’io, ma appena me ne sono reso conto ho colto l’occasione per rispolverare il mio dall’armadio.

Un cimelio di guerra che fa tendenza: il bomber

Il bomber compare durante la prima guerra mondiale come giacca a vento, con il preciso fine di mantenere sufficientemente al caldo i piloti, dato che molti aeroplani da guerra avevano l’abitacolo aperto.
Entra a far parte del guardaroba casual “civile” a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, per essere adottato poi da diverse subculture come gli skinheads negli anni ottanta e la cultura hip hop nei primi anni duemila.
Oggi ritorna di tendenza: d’altronde si sa che la moda è ciclica.
Dal modello classico verde militare o nero, fino ai più particolari, sia nella forma che nel colore. Il bomber è perfetto per qualsiasi stagione, perché ne esistono in diversi tessuti: da quelli impermeabili, al jersey, fino al velluto. Quest’ultimo è un’altra tendenza di questo periodo, per saperne di più clicca qui.

Come indossarlo

Il bomber, con le sue maniche abbondanti, il suo elastico in vita e ai polsi, è chiaramente sinonimo di comodità e informalità. Perfetto quindi per essere indossato di giorno, magari quando non sappiamo esattamente cosa metterci. Optate per modelli più stravaganti per look più particolari e ricercati, mentre quelli più classici per look più rapidi, così da non sbagliare.
Nell’armadio ne ho diversi modelli, ma quello che preferisco in assoluto, soprattutto in inverno perché fa più freddino, è quello classico.
Completamente nero, reversibile e con l’interno arancione; mi da la possibilità di sfruttarlo all’occorrenza da un lato piuttosto che dall’altro.
Mi piace indossarlo con un jeans cropped, anch’esso vintage, per un look molto semplice e street. Si può così osare con gli accessori, per questo ho scelto un paio di coloratissime Happy Socks e un paio di occhiali modello aviator Asos.

Un cimelio di guerra che fa tendenza: il bomber

Un cimelio di guerra che fa tendenza: il bomber Un cimelio di guerra che fa tendenza: il bomber

Un cimelio di guerra che fa tendenza: il bomber

Bomber: vintage
Maglioncino: no brand
Jeans: Rica Lewis vintage
Calze: Happy Socks
Sneakers: Adidas Super Star
Occhiali: Asos
Cover: Mango

Un ringraziamento speciale al fotografo Damiani Igor per queste splendide foto.

Voi, invece, come abbinereste il bomber ?

The secret garden of Damasco

Fiori e foglie di acanto disposte attorno a una grande infiorescenza centrale compongono il “giardino segreto” del damasco, pregiato tessuto originario dell’omonima città siriana.

Damasco

 

LA STORIA

Nasce nel XII secolo e si diffonde in Italia grazie alle repubbliche marinare che avevano contatti con Damasco: Venezia e Genova. Nel corso dei secoli è stato utilizzato in più campi: dall’arredamento all’abbigliamento, fino ai paramenti liturgici. È un tipo di tessuto operato che si produce con un telaio. Il materiale più adatto è la seta anche se si possono utilizzare filati in cotone e fibre artificiali.
Tra il Cinque e il Seicento i decori in voga per questo tessuto erano quelli a fiorellini o a mazze, con volute barocche. Emblematici sono gli esempi di arredo nella Reggia di Versailles, alla corte di Luigi XV, e gli abiti di Madame de Pompadour.
Tessuto di estrema bellezza e preziosità ebbe il suo splendore tra il Settecento e i primi dell’Ottocento. In quegli anni i tessitori si cimentavano nei motivi più complessi, come quello neoclassico detto a grottesca.
Nel Novecento, con l’avvento di nuove fibre tessili meno ricche e più pratiche, il damascato subisce un lieve declino.
Arriviamo poi agli anni Novanta, fino ad oggi, dove il tessuto ritorna nelle collezioni di numerosi stilisti.

OUTFIT

Il tessuto damascato è da secoli sinonimo di eleganza e raffinatezza.
Inizialmente era relegato principalmente alla sola sfera dell’arredamento e dell’abbigliamento femminile. Oggi lo troviamo anche nel guardaroba degli uomini, seppur ancora di rado.
Ne ho voluto dimostrare la sua estrema versatilità cucendone una t-shirt e un vestito.
Realizzati in maglina damascata sono perfetti per essere indossati in autunno e in inverno.

Damasco

Damasco

Il passe-partout delle mezze stagioni: il trench

CONSIGLI SU COME ABBINARLO, PER UN LOOK MAI DEMODE’

Collage TrenchIl trench è il capospalla per eccellenza da portare nelle mezze stagioni, adatto sia in primavera che in autunno. E’ un capo di natura estremamente semplice e funzionale, perfetto di giorno, magari per andare in ufficio. Nonostante sia stato rivisitato da numero stilisti, che lo hanno proposto con tessuti high-tech e colori audaci, non ha mai perso la sua allure d’antan.
Se volete andare sul sicuro scegliete un modello classico, nel colore e nella forma, così sarà più facile da abbinare. Colori caldi e neutri sono perfetti per l’autunno.
Per l’occasione ne ho tirato fuori dall’armadio uno color fango, doppiopetto e dal taglio british. Ho deciso di proporlo con una t-shirt girocollo bianca, un pantalone color lavanda pallido e un paio di scarpe in pelle tipo derby con un’apertura sulla tomaia.

Trench Trench

trench: Zara

t-shirt: Zara

pantaloni: Frav

shoes: Zara

Il trench è un capo dotato di fascino, ricco di storia e in grado di trasmetterci emozioni. Michael Kors disse: «Metti un trench, e all’improvviso ti senti Audrey Hepburn che passeggia lungo la Senna»
Per saperne di più clicca qui.

Dress yourself with an elegant street style

STREET FASHION

Il termine inglese nasce per identificare la moda che si ispira e si appropria di tendenze derivanti dall’abbigliamento di strada. Lo street style ormai fa tendenza: attraverso di esso si esprime la propria personalità, con look stravaganti, fashion e glamour, da cui spesso gli stilisti di brand noti si ispirano.
E’ finita l’era della moda ufficiale, quella che imponeva rigorosamente le tendenze su cui ne progettava una nuova collezione: oggi le tendenze sfilano per strada.

Ognuno di noi ha una personalità diversa, come diverso è il modo di esprimerla attraverso il look. Proprio per questo esistono al suo interno diverse sotto tendenze. Oggi vi vorrei parlare di quella che mi rispecchia di più, quella che io chiamerei Street Elegant Style.
Questa mixa capi eleganti con altri più casual, col preciso fine di restare raffinati seppur di giorno e in un contesto urbano. T-shirt dalle stampe più disparate, pantaloni dal taglio elegante e rigorosamente le sneakers, questi sono i must-have per uno street elegant style ad hoc.

Street style Street style Street style

Street style

t-shirt: handmade

pantaloni: Zara

shoes: Adidas

Come disse Coco Chanel, avanguardista del suo tempo per eccellenza, con la sua celebre frase “In order to be irreplaceable, one must always be different”, si ben rappresenta una delle chiavi di interpretazione di questo movimento: andare contro e differenziarsi sempre dagli altri.