I 3 ristoranti migliori dove mangiare sushi a Torino

Per voi amanti del sushi eccovi una guida sui ristoranti dove mangiare il migliore in città

Dal più economico, a quello tradizionale, fino a quello più contemporaneo.
Eccovi i migliori:

• Origami Japanese Restaurant

Il ristorante, situato in piazza Vittorio, è uno dei migliori “all you can eat” della città. A differenza di molti questo offre la possibilità di scegliere numerosi piatti dal menu alla carta. Prodotti freschi e pietanze ben servite sono gli assi nella manica del ristorante, inserito nella top ten di TripAdvisor con il suo certificato di eccellenza. Non da meno il locale: luminoso e sapientemente arredato.

Il locale
Il locale
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Alcune pietanze

• Arcadia Sushi Bar

Situato nella ottocentesca Galleria Subalpina, l’Arcadia è uno dei primi sushi bar aperti in Italia e il primo aperto a Torino. Il locale è caratterizzato da un ampio e scenografico salone dalle alte volte sorrette da colonne di pietra.

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Il locale

È possibile degustare il sushi al tavolo o al bancone. Quest’ultimo ci permette di assistere in diretta alla suggestiva preparazione dei raffinati piatti che andremo a mangiare.
Eccone alcuni:

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• Zushi

Da Londra, Tokyo, New York, arriva a Torino Zushi: il concept di ristorazione innovativo che
propone un angolo di Giappone moderno e trendy. La cucina e l’arredamento si fondo in un unico format unico e ricercato, per un’esperienza che va oltre il piacere del gusto.

Il locale
Il locale

Seppur rientri in una catena di ristoranti mantiene la tradizionale qualità casalinga, rivisitata in chiave contemporanea. La qualità e freschezza delle materie prime, assieme
all’esclusiva ricetta per la preparazione del riso, conferiscono un gusto prelibato e inimitabile.

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Cosa aspettati a prenotare ? Io ho già l’acquolina !

Rapida guida sulla scelta degli occhiali da sole in base al nostro viso

Come scegliere il modello giusto in base alla forma del nostro viso ? Le soluzioni sono due: o puntare su qualcosa di talmente estroso da distrarre l’attenzione dal nostro viso, oppure seguire semplici regole sulle scelta.

A ciascuno il suo, ecco come sceglierli:

• Se avete un VISO SQUADRATO dovrete ammorbidirne i lineamenti con occhiali dalle linee arrotondate. Questa fisionomia è la più comune ma anche la più multitasking. I modelli che più funzionano sono quelli a forma bombata, allungata, ma pur sempre rigorosamente rotondi !

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• Per un VISO A forma di CUORE gli occhiali con linee pulite e geometriche sono la scelta migliore.

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• Se avete un VISO ROTONDO vi consiglio di contrastarne i tratti con occhiali rettangolari. Ciò di cui avete bisogno sono modelli “spigolosi” che creano un contrasto con le forme morbide della vostra faccia.

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• Se avete un VISO OVALE siete i più fortunati ! Potrete indossare qualsiasi tipo di modello, dipende solo dal vostro stile. Per questo vi ho proposto i più originali e stravaganti, che non passeranno di certo inosservati !
La scelta è stata ardua, eccone alcuni:

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D’ora in poi acquistare occhiali da sole online sarà molto più semplice: avrai la certezza che ti staranno bene senza doverli neache provare prima.
Buono shopping !

L’atelier Borello presenta la collezione “LANDskin”: un incontro tra arte e moda

Giovedì 13 settembre 

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Borello ha presentato “LANDskin” una collezione frutto di un incontro tra arte e moda, in collaborazione con l’artista Andrea Perego.
Due eccellenze del made in Italy si sono fuse in un unico mood: la metropoli da indossare. Sei capi, raffiguranti sei città differenti, con il preciso intento di rendere ogni capo un pezzo unico, più di quanto lo sia già.
Torino, Hong Kong, Londra, New York, Parigi e Berlino sono le metropoli da indossare di questa capsule collection. Una di queste è stata dipinta a mano sulla “pelle” durante un live painting. L’esibizione, altamente scenografica, ha affascinato e suggestionato il pubblico: un rettangolo di pelliccia, appesa a una parete come fosse una tela, è stato dipinto dall’artista con l’aiuto di un’assistente. Ad incrementare la suggestione sono stati la musica e gli scorci delle varie città, proiettati in time-lapse sulla parete. La scena è stata  così quasi resa un tutt’uno bidimensionale, in movimento, in cui le modelle indossanti le opere d’arte, vagavano per le stanze dell’atelier. Si è creato così un ambiente caloroso e ricco di vibrazioni positive.

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BORELLO TORINO

Durante la serata è stata inoltre esposta la collezione permanente di pellicce e accessori Borello Torino, e alcuni quadri dell’artista. Girando per l’atelier e scambiando alcune parole con il sig. Borello sono venuto a scoprire interessanti peculiarità di questo marchio.
Risiede a Torino dal 1922 e vanta un’innovativa ricerca a livello di design e di materiali. Dal 2015 collabora ufficialmente con il marchio  K-Way per il progetto su scala nazionale FurBe. Questo proponimento parte da un capospalla K-Way che viene personalizzato da Borello Torino il quale applica su un lato la pelliccia, fornita da loro o recuperata da un vostro capo dismesso. Si può creare così un pezzo unico, reversibile e adatto a molteplici occasioni d’uso.
Un altro fiore all’occhiello dell’atelier sono indubbiamente i parka. Dal taglio caratteristico ma dai colori decisi, spesso in contrasto con gli inserti in pelliccia.
Seppur mantenendo la tradizionale qualità artigianale i capi Borello si presentano innovativi: colori vivaci e stravaganti, forme e tagli inusuali, rendono l’ atelier uno dei più avant-garde nel settore  pellicceria.

Questo evento è stato una full immersion in un settore da me prima poco conosciuto. Mi ha fatto scoprire una nuova realtà artigiana, riconfermandomi le potenzialità italiane, in cui credo e di cui vado fiero.

Zalando experience


Zalando Logo
Zalando nasce nel 2008 in Germana. Si amplia negli anni successivi in Francia, Austria e Paesi Bassi, ma dobbiamo aspettare il 2011 prima che inauguri le boutique online dedicate a Regno Unito e Italia.
Oggi si trova in cima alla vetta degli e-commerce, con il più vasto assortimento online di scarpe e abbigliamento, che vanta una selezione di oltre 800 brand e 70.000 prodotti.
Zalando spazia dalle più note marche internazionali ai brand più esclusivi. Dispone di scarpe, accessori e abbigliamento uomo, donna e bambino.
Da agosto si è aggiunta una sezione sport. Quest’ultima è dedicata ad attrezzature e abbigliamento sportivo.
A tal proposito Beyoncé utilizzò proprio Zalando come vetrina per la sua linea d’abbigliamento sportivo dal nome “Ivy Parck”. Ecco un estratto della campagna:

Zalando Beyoncé

MY EXPERIENCE

Più che positiva è stata la mia esperienza con Zalando.
Ho acquistato un certo numero prodotti e posso dire di essere sempre stato affiancato da un servizio d’eccellenza, comprensivo di servizio clienti, spedizione e reso completamente gratuiti.
Offre inoltre svariati metodi di pagamento, tra cui quello alla consegna, senza costi aggiuntivi.
A differenza della maggior parte dei negozi online, mette a disposizione dei propri clienti una vasta selezione di prodotti in-season e numerose promozioni sempre attive.
lo shopping online su Zalando è un’esperienza d’acquisto semplice, affidabile e conveniente, assolutamente da provare.
Per farlo visita il sito.

The secret garden of Damasco

Fiori e foglie di acanto disposte attorno a una grande infiorescenza centrale compongono il “giardino segreto” del damasco, pregiato tessuto originario dell’omonima città siriana.

Damasco

 

LA STORIA

Nasce nel XII secolo e si diffonde in Italia grazie alle repubbliche marinare che avevano contatti con Damasco: Venezia e Genova. Nel corso dei secoli è stato utilizzato in più campi: dall’arredamento all’abbigliamento, fino ai paramenti liturgici. È un tipo di tessuto operato che si produce con un telaio. Il materiale più adatto è la seta anche se si possono utilizzare filati in cotone e fibre artificiali.
Tra il Cinque e il Seicento i decori in voga per questo tessuto erano quelli a fiorellini o a mazze, con volute barocche. Emblematici sono gli esempi di arredo nella Reggia di Versailles, alla corte di Luigi XV, e gli abiti di Madame de Pompadour.
Tessuto di estrema bellezza e preziosità ebbe il suo splendore tra il Settecento e i primi dell’Ottocento. In quegli anni i tessitori si cimentavano nei motivi più complessi, come quello neoclassico detto a grottesca.
Nel Novecento, con l’avvento di nuove fibre tessili meno ricche e più pratiche, il damascato subisce un lieve declino.
Arriviamo poi agli anni Novanta, fino ad oggi, dove il tessuto ritorna nelle collezioni di numerosi stilisti.

OUTFIT

Il tessuto damascato è da secoli sinonimo di eleganza e raffinatezza.
Inizialmente era relegato principalmente alla sola sfera dell’arredamento e dell’abbigliamento femminile. Oggi lo troviamo anche nel guardaroba degli uomini, seppur ancora di rado.
Ne ho voluto dimostrare la sua estrema versatilità cucendone una t-shirt e un vestito.
Realizzati in maglina damascata sono perfetti per essere indossati in autunno e in inverno.

Damasco

Damasco

Denim mania

Il denim compare per la prima volta intono al XV secolo come tessuto per la creazione di abiti da lavoro. Inizialmente realizzato a base di cotone e di lino, ma ben presto, quando il cotone diventa economicamente più abbordabile, si diffonde maggiormente per la sua resistenza e robustezza. Oggi è interamente in cotone e trova più ampio impiego. Il suo colore identificativo è l’indaco, ma può anche essere modificato con particolari lavaggi, per ottenere un effetto invecchiato, usato o per ottenere altri speciali effetti che rendono il materiale davvero molto versatile.

I JEANS

In seguito alla scoperta dell’oro in California, Levi Strauss per vendere capi d’abbigliamento utili ai cercatori d’oro, fonda a San Francisco la Levi Strauss & Co., che è oggi con il marchio “Levi’s” e il mitico modello “501” l’azienda con la quota maggioritaria nella vendita dei jeans.
Il brevetto iniziale subisce svariate modifiche, ma continua ad essere rilegato alla sola sfera lavorativa.

IllustrazioneDurante la Seconda Guerra Mondiale i jeans fanno un’importante debutto grazie all’illustratore Norman Rockell. L’artista ritrae la modella Mary Doyle Keefe raffigurandola in jeans con i bordi arrotolati. Si crea così una vera e propria icona per le donne americane.
Dobbiamo aspettare la fine della Seconda Guerra Mondiale prima che i jeans appaiano per la prima volta sulle pagine di Vogue, entrando così nella storia della moda.
Dopo essere entrati nel guardaroba come indumento quotidiano, hanno modificato le loro caratteristiche nel corso degli anni.

Ecco quelli più in voga oggi:

RIPPED E ROVINATI

Denim
Dopo il boom degli anni ’80, i jeans strappati hanno avuto alti e bassi. Dalla scorsa stagione sono tornati nuovamente di tendenza. Li troviamo dai tagli più disparati, scuciti, con strappi estremi o appena accennati, tagliati sulle ginocchia o sfilacciati alla caviglia.
Sono perfetti per un look estivo, da giorno, casual e sbarazzino.

RATTOPPATI O DECORATI

Denim

Molto di tendenza sono sicuramente le toppe, che abbiamo visto applicate ovunque, in particolar modo nei capi denim. Zara (sopra a destra) le ha proposte in stile biker su un jeans dal taglio slim fit, perfetto per essere portato con una t-shirt e un paio di sneakers.
Dolce&Gabbana (sopra a sinistra) ha reso un semplice jeans un capo estremamente lussuoso e raffinato, inserendovi applicazioni dorate, pizzo e iconografie.

LA GIACCA DI JEANS

Dopo oltre cent’anni la giacca di jeans torna a fare moda, a tal punto da essere indispensabile nel proprio armadio.
Resistente e durevole, ma anche comoda e facile da indossare, è uno dei capi di abbigliamento più versatili mai creati. La si può indossare dalla primavera all’autunno con qualsiasi tipo di outfit e ci viene in soccorso ogni volta che, pur con l’armadio pieno, l’idea di non aver nulla da mettersi regna sovrana nella nostra testa.
Oggi numerosi brand ripropongono nelle loro sfilate l’intramontabile giacca di jeans in tante varianti. Eccone alcune:

Denim

La prima (sopra a sinistra) è della collezione autunno/inverno 16/17 di Zara: strappata e con un effetto candeggiato. Vista la leggerezza del tessuto la si potrà utilizzare a metà stagione, non di certo in inverno.
A differenza, Gucci (sopra al centro), ne ha proposta una con il pellicciotto all’interno.
L’ultima, della collezione fall/winter 16/17 di Valentino, è chiaramente ispirata alla cultura Navajo.

Il denim si stinge progressivamente con i lavaggi e con l’uso, schiarendosi di più dove è maggiore l’attrito.
Da qui la citazione:

«Il jeans invecchia integrando in sé il cambiamento dell’età, impregnandosi di avventura, della vita di chi li indossa. ogni lavaggio è una pagina girata, il tempo vi scrive la sua memoria su uno sfondo sempre più pallido. La decolorazione dovuta al lavaggio traduce l’avvenimento vissuto fino alla saturazione finale.»

Qual è il colore che ci sta meglio ? Ce lo dice l’Armocromia

ITTEN

Il termine fu coniato dall’artista svizzero Johannes Itten, che nel 1961 scrisse “L’Arte del colore”. All’interno del libro espone una nuova teoria dei colori, che lo porta a dividerli in base alle loro caratteristiche principali:
valore (chiaro/scuro)
temperatura (caldo/freddo)
Quest’ultima suddivisione è stata fatta in relazione alla base di ciascun colore:
i colori caldi sono quelli a base gialla, mentre quelli freddi sono a base blu.
Itten, ispirato poi dalla natura, li suddivide ulteriormente in quattro categorie cromatiche corrispondenti alle stagioni:
 primavera, con colori caldi e luminosi (oro, giallo chiaro, verde smeraldo, ecc)
estate, con colori freddi e luminosi corrispondenti ai paesaggi estivi (celeste, blu mare, ecc)
autunno, con colori caldi e scuri (arancione, bronzo, verde militare e i toni caldi del marrone)
inverno, con colori freddi e scuri, che rappresentano perfettamente la stagione invernale (argento e tonalità di blu decise)

Itten è stato il primo ad elaborare una teoria secondo la quale ognuno di noi rientra in una di queste quattro stagioni cromatiche. La sua teoria è stata poi rielaborata e ampliata dall’artista statunitense Albert Henry Munsell.

MUNSSEL

Oltre alle due caratteristiche che aveva già identificato Itten, Munssel introduce anche il croma, cioè l’intensità di uno dei tre colori primari che regge una persona. Scoprendo l’importanza del croma amplia il sistema a dodici stagioni, ancora oggi utilizzato in America. Le stagioni assolute (quelle in cui la temperatura non oscilla) restano sempre quattro, suddivise soltanto in altre sottocategorie:
 primavera assoluta: temperatura calda, valore  chiaro e croma medio-alto
Se la temperatura oscilla: Primavera Chiara
Primavera Brillante
estate assoluta: temperatura fredda, valore chiaro e croma medio-basso
Se la temperatura oscilla: Estate Chiara
Estate Soft
autunno assoluto: temperatura calda, valore scuro e croma medio-basso
Se la temperatura oscilla: Autunno Soft
Autunno Profondo
 inverno assoluto: temperatura fredda, valore scuro e croma alto
Se la temperatura oscilla: Inverno Profondo
Inverno Brillante

LE STAGIONI NEUTRE

Le stagioni assolute sono 4, mentre le restanti 8 sono quelle neutre.
Neutro in armocromia si riferisce ad un colore la cui temperatura è bilanciata e non salta subito all’occhio come calda o fredda.

COME CAPIRE A QUALE STAGIONE APPARTENIAMO

Ognuno di noi ha dei colori naturali che rispecchiano quelli presenti in natura in una determinata stagione dell’anno.
Se volete provare ad auto-analizzarvi a fondo e capire a quale categoria cromatica appartenete, dovrete essere in grado di individuare:
1. il vostro sovratono, ovvero il colore apparente della pelle, che può essere latteo, rosa, pesca, beige, olivastro o dorato
2. il vostro sottotono, cioè la temperatura del nostro colorito: freddo, caldo o neutro.
Lo si può individuare ponendo vicino al viso colori di diverse temperature. Un colore freddo armonizzerà con un sottotono freddo, e cosi via.

Per capire meglio vi faccio un esempio sulla tipica carnagione mediterranea: quella olivastra.
Presenta un sottotono freddo e un sovratono giallo freddo, quasi tendente al verde, simile al colore delle olive. Tenendo conto del sottotono (il più importante degli aspetti) freddo, per valorizzare una carnagione di questo tipo avremo bisogno di un colore freddo.

Ponetevi davanti ad uno specchio struccati, con i capelli raccolti e illuminati dalla sola luce del giorno. A questo punto potrete iniziare ad accostare  al vostro viso determinati colori. Capirete subito qual è quello che vi sta meglio:
il viso apparirà notevolmente più luminoso, i denti più bianchi e le imperfezioni si noteranno meno a tal punto da non necessitare di un eccessivo uso di trucco per coprirle.

Fonte: RossettoeMerletto

L’immortalità del nero: la moda del non colore

L'immortalità del nero: la moda del non coloreIl nero viene definito un “non colore” perché è dato dalla mancanza di tutti i colori, a differenza del bianco che è il risulto della loro somma.
Rilanciato negli anni ’80 da una corrente anti-borghese, i punk, è diventato oggi una vera e propria filosofia avanguardista.

TOTAT BLACK: RISOLUTIVO MA ORIGINALE

Presente nel guardaroba di ognuno di noi, il nero fa da passe-partout sia per il giorno che per la sera. Ci dà sicurezza e non è criticabile: non è identificabile con una stagione, ma lo si sconsiglia d’estate perché assorbe le radiazioni anziché rifletterle.
È elegante, snellisce e ci risolve quei rompicapi assurdi su come abbinarlo, poiché sta bene con qualsiasi altro colore. Se lo accostiamo ad un colore acceso, quest’ultimo verrà ulteriormente messo in risalto.
Un capo black, con un po’ di fantasia, raddoppia i suoi usi e si adatta a molteplici situazioni.
Può essere estremamente sexy: se si pensa a una  guêpière realizzata in nero, emana più sensualità che in nessun altro colore.
Elegante, come gli iconici smoking di Yves Saint Laurent, e aggressivo se lo si utilizza su un materiale come la pelle.

CONSIGLI PER UN LOOK UNICO

Vestirsi completamente di nero può risultare scontato e noioso. Affinché questo non accada vi consiglio di tirar fuori tutta la vostra fantasia e giocare con i materiali. Dovete sapere che qualsiasi colore varia in base al materiale. Il nero su un tessuto acrilico può apparire più lucido rispetto ad uno organico.
Un altro aspetto potrebbe aiutarvi a rendere il vostro look più accattivante e originale: la forma.

L'immortalità del nero: la moda del non colore

MY OUTFIT

Una t-shirt girocollo in cotone per giocare con le linee minimaliste e austere date dal colletto.
Un pantalone classico e un paio di scarpe in pelle traforata per dare un tocco elegante.
Un choker per una nota alternativa, e un borsa a mano da ufficio che riprenda l’eleganza degli altri elementi.

L'immortalità del nero: la moda del non colore

t-shirt: Zara

pantaloni: handmade

shoes: Dr. Martens

bag: Mint&Berry

choker: Topshop

Il passe-partout delle mezze stagioni: il trench

CONSIGLI SU COME ABBINARLO, PER UN LOOK MAI DEMODE’

Collage TrenchIl trench è il capospalla per eccellenza da portare nelle mezze stagioni, adatto sia in primavera che in autunno. E’ un capo di natura estremamente semplice e funzionale, perfetto di giorno, magari per andare in ufficio. Nonostante sia stato rivisitato da numero stilisti, che lo hanno proposto con tessuti high-tech e colori audaci, non ha mai perso la sua allure d’antan.
Se volete andare sul sicuro scegliete un modello classico, nel colore e nella forma, così sarà più facile da abbinare. Colori caldi e neutri sono perfetti per l’autunno.
Per l’occasione ne ho tirato fuori dall’armadio uno color fango, doppiopetto e dal taglio british. Ho deciso di proporlo con una t-shirt girocollo bianca, un pantalone color lavanda pallido e un paio di scarpe in pelle tipo derby con un’apertura sulla tomaia.

Trench Trench

trench: Zara

t-shirt: Zara

pantaloni: Frav

shoes: Zara

Il trench è un capo dotato di fascino, ricco di storia e in grado di trasmetterci emozioni. Michael Kors disse: «Metti un trench, e all’improvviso ti senti Audrey Hepburn che passeggia lungo la Senna»
Per saperne di più clicca qui.

Dalla trincea alla passerella, la storia di un capo intramontabile: il trench coat

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Trench Coat Foto StoricaTHE STORY

Il suo nome viene dall’inglese trench coat ossia “cappotto da trincea”.
Nacque nei primi anni del Novecento, quando il Ministro della Guerra inglese ordinò alla ditta Burberry un capospalla impermeabile che fosse stato una via di mezzo tra l’impermeabile di ordinanza e il cappotto militare.

Inizialmente le caratteristiche del trench coat erano: lunghezza alla caviglia così da proteggere le gambe dalle intemperie, tasche di sicurezza, anelli per appendere le bombe a mano e gli attrezzi per l’equipaggiamento militare. Si presentava realizzato in gabardina, color khaki, con chiusura a doppiopetto, sottogola e cintura in vita.
Subito dopo la Grande Guerra, negli anni Venti, il trench compare nei negozi come capo acquistabile anche da gente comune, per la sua praticità ed il suo basso costo.
Nel 1965  si rinnova radicalmente grazie a Yves Saint Laurent che lo rilancia come capo femminile.
Inizia a fare la sua comparsa anche nel mondo del cinema indossato da attrici quali Katherine Hepburn, Marylin Monroe e Brigitte Bardot, diventando così, in brevissimo tempo, un must.
Negli anni ’80 diviene il pezzo rappresentativo degli intellettuali.

ON CATWALK

Essendo un passe-partout, oltre che un capo di mezza stagione, gli stilisti trovano facilmente la giusta collocazione del trench nelle loro collezioni, sia per quella autunno/inverno che per quella primavera/estate. Oggi, dopo circa 115 anni dalla sua prima comparsa, continua ad essere presente nelle collezioni di numerosi stilisti.
Eccone alcuni proposti quest’anno:

Trench Coat Gucci SS

GUCCI
Ispirato agli anni ’70 Alessandro Michele, Creative Director della maison, ha portato in passerella trench dalla finiture classiche, giocando col colore e con la texture: dall’iconica stampa monogram, a quella geometrica, fino alla tie-dye.

Trench Coat Maison Margiela SS

MIASON MARGIELA
Dalla linea pulita e fluida, in tonalità neutre, sono i capispalla della collezione di Maison Margiela.

Trench Coat Burberry SS

 Il trench cult by BURBERRY
Conserva la sua forma iniziale pur attraversando epoche, e ancora oggi è il capo cult più amato dalle celebrity. La novità apportata al classico trench sono gli inserti in pizzo che rifiniscono i colli: prezioso tessuto che raramente fa il suo ingresso nel guardaroba maschile.

Photos by Vogue

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